Il presidente dell’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori: “I nostri veicoli avranno ruolo importantissimo nella mobilità della ripartenza, imprese pronte a riprendere già oggi adottando con responsabilità protocolli sanitari condivisi”
MILANO, 18 APR. – “Il nostro sistema industriale e la rete di distribuzione e vendita stanno
subendo un danno economico molto rilevante, la tenuta è a rischio”. A lanciare il grido
d’allarme della filiera nazionale delle due ruote è Paolo Magri, presidente di Confindustria ANCMA, l’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori, che in una lettera indirizzata al Governo e a Vittorio Colao, il manager che guida la task force per la ripartenza, ha chiesto “la riapertura immediata delle imprese del settore”.
PROTOCOLLI SANITARI RIGOROSI – “I nostri associati – sottolinea Magri in una nota diffusa stamane – sono pronti a riprendere già oggi e a farlo con responsabilità, adottando in modo rigoroso i protocolli sanitari condivisi con le parti sociali, nell’interesse dei lavoratori e della tutela di un mercato contraddistinto da una forte stagionalità”.
MERCATO, MARZO MENO 66% – “A differenza di altri settori – continua il presidente di ANCMA – quello delle due ruote concentra infatti la gran parte delle vendite nel periodo tra aprile e luglio. Solo nel mese di marzo, con la chiusura dei concessionari, abbiamo subito una contrazione del 66% rispetto all’anno precedente e le previsioni su maggio sono molto negative: proprio per le caratteristiche del nostro mercato difficilmente potremmo recuperare una parte di questi volumi se si protrarranno le chiusure”.
SETTORE DI ECCELLENZE PRODUTTIVE – Ma a preoccupare l’associazione sono anche le
ripercussioni sull’export e le vendite su mercati esteri attivi, dove le aziende italiane giocano un ruolo indiscusso di leadership. “Basti pensare – spiega Magri – che il 18% della produzione europea di biciclette e quasi la metà di moto avviene in Italia: parliamo di un eccellenza industriale da circa 320mila veicoli e 2,6 milioni di bici all’anno, a cui si aggiungano importanti realtà industriali e artigianali che producono accessori, componenti e abbigliamento tecnico che hanno fatto la storia di questo settore a livello internazionale”.
RETE VENDITA IN AFFANNO – Infine, il pensiero del presidente di Confindustria ANCMA va alla rete di vendita, “un tessuto commerciale costituito da circa 5000 negozi, piccole realtà imprenditoriali talvolta a conduzione familiare, che in questo momento con l’adozione, ad esempio, di misure di vendita alternative potrebbero in qualche misura tornare a respirare e favorire la diffusione di bici e moto”.
DUE RUOTE E MOBILITÀ RIPARTENZA – “Le due ruote, siano esse a pedale, a motore o a trazione elettrica – ha concluso Magri – giocheranno infatti un ruolo importantissimo nella mobilità individuale della ripartenza, soprattutto nei contesti urbani, dove possono assicurare in maniera esclusiva il distanziamento sociale, la velocità negli spostamenti e una maggiore sostenibilità ambientale”.