BUONSENSO – Capacità naturale dell’individuo di giudicare rettamente, specialmente in vista delle necessità pratiche.
Siamo stanchi ma ancora una volta ci troviamo qui per mettere mano ad un argomento ormai veramente affrontato tante, troppe volte.
Ma puntualmente, ogni settimana, ci troviamo a vedere o leggere situazioni contrastanti oppure apparentemente di facile soluzione ma che poi diventano insormontabili.
Il senso di questo articolo è il voler richiamare all’ordine un po’ tutte le parti in causa perché il tutto sta diventando stucchevole.
Da dove iniziare? Iniziamo dalla collaborazione o dalla mediazione tra piloti/team e federazioni.
Il rapporto è ai minimi storici. I motivi tanti. Tentiamo un’analisi.
Il dialogo dovrebbe essere alla base di tutto, la comunicazione tra chi organizza e chi partecipa sembra essere ormai compromessa da una sorta di muro che si è creato negli ultimi anni.
Noi che siamo nel mezzo sentiamo spesso dire che non c’è un confronto vero e serio su tanti temi che riguardano le competizioni.
Il momento storico ci dice che economicamente questo sport sta attraversando un periodo veramente complicato. E allora è compito di chi organizza cercare di fare il meglio possibile per non pesare troppo sulle casse di team e piloti che possono contare sempre di meno su sostegni che vengono da sponsor sia del settore che extra.
Ad iniziare dai calendari. Sarebbe giunta l’ora di invitare anche una rappresentanza di team e piloti quando vengono redatti. Un confronto con tutte le parti in causa potrebbe sicuramente far bene e magari evitare di fare errori in quanto a location e date.
Il confronto dovrebbe allargarsi anche al capitolo regolamenti. Anche qui l’esperienza di portare al tavolo tutte le parti coinvolte non farebbe altro che ridurre al minimo quelle criticità che ogni anno affiorano.
Anche un confronto tra le stesse federazioni sarebbe utile. Non ci nascondiamo dietro ad un dito. In alcune regioni certe federazioni sono ormai più forti di altre. Anche un dialogo sui ruoli che ogni federazione deve avere sarebbe utile soprattutto ai piloti ed alle loro aspettative o ambizioni.
Non ci stancheremo mai di dire che la FMI non deve avere le finalità di altri enti promozionali come UISP, ASI, CSEN ecc.
In mezzo ci sono anche i gestori dei tracciati, tartassati forse più di tutti da questa situazione. Tenere in piedi un crossodromo è cosa ardua ma anche per loro è il momento di iniziare a capire che i tempi pretendono certi standard. Chi li raggiunge lavora ed anche bene, per gli altri rimane la sofferenza di vivacchiare. Per questo occorre investire.
Ma adesso ribaltiamo un po’ la frittata. Se è vero che le federazioni sono impegnate in una sorta di battaglia una contro l’altra è altrettanto vero che i team ed i piloti dovrebbero fare di più per farsi sentire.
Le lamentele fine a sè stesse non servono a nessuno e non migliorano niente. Ci vuole il coraggio di protestare anche in maniera evidente quando si deve dare un segnale.
Se le cose non vanno bene è anche giusto fermarsi per far capire alle altre parti che le cose vanno cambiate, che non si può andare avanti in una direzione totalmente sbagliata.
Un messaggio forte e chiaro farebbe da apripista a qualche cambiamento giusto e necessario.
La polemica stucchevole non porta a niente, la protesta unita contro errori evidenti avrebbe tutt’altro effetto.
I cambiamenti hanno sempre un prezzo, chi avrà per primo il coraggio di pagarne lo scotto?
Altrimenti le parole sui social, fiumi di parole, rimarrebbero solo il pretesto per fare del facile umorismo. La frase “tutti si lamentano ma poi la domenica sono tutti dietro al cancelletto” è usata ovunque.
Detto questo noi siamo dalla parte del dialogo, non certo della protesta. Ma la volontà ed il BUONSENSO devono prevalere su tutti gli interessi sia da una parte che dall’altra.
Solo così faremo il bene di questo sport, del nostro amato motocross.
Buon lavoro a tutti.
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